venerdì 27 luglio 2012

Domani, primo giorno di maca.

L'ho comprata. Due confezioni da 60 capsule, tanto per essere sicura che mentre sono in vacanza non rischio di restare senza. Sono entrata nell'erboristeria sotto casa mia, dove non avevo mai messo piede, perché forse non ho un parrucchiere, ma un erborista di fiducia sì, e ho chiesto se, per caso, conoscevano e avevano una cosa che si chiamava maca. Sono entrata lì, così, per curiosità, e perché credo che non avrei mai potuto chiacchierare di questi argomenti col mio erborista di fiducia. L'erborista, che è donna ed è affiancata da una bambina che batte gli scontrini, mi guarda in modo un po' strano, pensando che magari non ho tutte le rotelle a posto a dubitare che in un erboristeria ci possa essere il maca (ma io fino all'altro ieri non l'avevo manco sentito nominare!). Si gira verso una mensola alle sue spalle, dove in bella vista sta proprio la scatoletta di maca. Si sente in dovere di elencarmene le proprietà, e così entriamo in argomento. Da domani, due compresse al giorno, una al mattino e una al pomeriggio. Necessarie costanza e continuità. Il maca non è solo un energizzante e uno stimolante, risveglia anche il desiderio sessuale e migliora la fertilità maschile. Ma soprattutto spero mi tolga quella stanchezza che mi accompagna giorno e notte.

domenica 22 luglio 2012

Maca.

Ho scoperto che esiste una radice che si chiama maca, che viene coltivata sulla Ande da millenni, fin dai tempi degli Incas, ed è consigliata su diversi siti come poderoso ricostituente fisico, mentale e sessuale.  Premesso che non mi fido ad occhi chiusi di tutto quello che leggo su Internet (sulla maca ancora non c'è una voce wikipedia, ad esempio), credo che mi informerò in erboristeria. Qualche mese fa a Trento ho visitato una mostra che parlava di tuberi e radici ed ero rimasta fortemente impressionata dalle proprietà del ginseng. La maca viene utilizzata come: antifatica, afrodisiaco, nutritivo, immunostimolante, tonico, antisterilità, antistress, rivitalizzante, sindrome da fatica cronica e per avere un po' di chiarezza mentale. Tutte cose di cui io ho bisogno!

domenica 8 luglio 2012

Ho trovato una busta...

Oggi decido che mi va di stirare, e già questa è una cosa strana. La casa è silenziosa, lui dorme, io come sempre mi sveglio presto. È più forte di me: mi bastano le ore di sonno necessarie al riposo, il superfluo mi fa venire il mal di testa. Ma per stirare, in casa nostra, bisogna fare spazio e collocare l'asse e il ferro da stiro in prossimità di una presa. Così, da sola, decido di sollevare il tanto odiato traballante tavolino di legno che sta in mezzo alla sala. Sul tavolino, una specie di fintoantica pentola di terracotta, che è caduta diverse volte, che è stata sempre riparata, che è senza un manico da un paio di mesi, e con la quale non ho alcun legame affettivo, ma che è una di quelle cose che ti servono, perché sennò la fuffa che c'è sempre in giro dove la metti? Ecco, anche questa volta la pentola suicida mi sbilancia l'operazione e cade a terra rompendosi in mille pezzi. Il contenuto si sparpaglia sul tappeto. Ed ecco che saltano fuori un po' di sorprese... qualche diapositiva, un gufetto e un sole di terracotta, due sorpresine kinder, un portachiavi e una bustina bianca, su cui molto tempo fa avevo scritto Semina e scoprirai cos'hai seminato. Sembrano semi grandi, quelli che ci sono dentro, ma davvero non ricordo cosa possano essere. Però non posso resistere all'invito e domani si seminerà, si annaffierà, e si aspetterà.

venerdì 6 luglio 2012

Maledetta cocciniglia.

Lo ammetto. Per un po' ho infilato la testa sotto terra e ho finto di non vedere. Ma lo sapevo benissimo che la mia bella bougainvillea era malata. La vedevo deperire giorno dopo giorno, attaccata da qualcosa di diverso dal solito. Il mio balcone è sempre stato vittima di pidocchietti verdi che si concentrano ogni anno sull'oleandro e dintorni. Sui rami della bougainvillea vedevo invece crescere dei batuffolini bianchi, e mi ci è voluta la Simo per capire di cosa si trattasse. La Simo ha sentenziato: cocciniglia cotonosa. Poi, lei, che è sempre prudente, mi ha detto che avrei potuto tentare un salvataggio naturale usando alcol e cotton fioc... ma mentre lo diceva scuoteva la testa, osservando i rami ormai compromessi. Mi ha fatto scegliere tra il prodotto chimico e quello che io chiamo rapaggio a zero, che è una pratica che di solito funziona, ma che ti può anche far morire la pianta. Le ho scelte entrambe. O meglio, per la bougainvillea ho scelto il rapaggio, e quello che sarà sarà. Per le altre tre piante infettate (sì, perché nel frattempo l'infezione si era trasmessa al gelsomino e alle gerbere che ancora non sono fiorite) ho lasciato fare alla chimica. E sembra aver funzionato, perché oggi, sulle foglie e sui rami, c'erano tanti cadaverini secchi e stecchiti. Forse però dovrò anche intervenire manualmente pulendo le foglie una a una. Ben mi sta. La prossima volta non dormirò sugli allori (e nemmeno sui gelsomini...).