venerdì 31 agosto 2012

Astro del mio ciel.

Eccolo, il mio Astro. Ho passato tutta estate ad aspettarlo. Tutti quelli che passavano da casa mia, mi chiedevano: "E quelli cosa sono? Pomodori?" Perché le foglie assomigliano a quelle dei pomodori. Pare.
Poi, così, improvvisamente, è stato tutto un fiorire lilla e rosa (dopo che ho lottato ancora una volta contro la maledetta cocciniglia). Ho scoperto che l'Astro viene chiamato anche Settembrino perché fiorisce da metà agosto (appunto!) a tutto settembre. Qualche informazione in più su come occuparsene la trovate qui.

martedì 28 agosto 2012

Per fare figli bisogna andare in Africa.

Eden, disegno di Lele Luzzati
Oggi è una giornata insolitamente bella. Bella nonostante tutto. Nonostante la crisi, le difficoltà economiche e tutte le brutte notizie che ci sono piombate addosso quest'estate. Bella, e mi sento felice, anche se mi sono rigirata nel letto tutta notte sudando perché Lui aveva deciso di far girare le pale sul soffitto al contrario. Sono andata in ospedale questa mattina, a fare gli esami del sangue. Le infermiere fanno sempre più fatica a infilarmi l'ago, a trovare la vena. L'ultima volta una mi ha detto: "Questa vena sembra scappare via". Le mie vene non ne vogliono più sapere. Anch'io, a volte, vorrei scappare via.
Nel parcheggio dell'ospedale semideserto mi vengono incontro i due soliti africani, uno più nero dell'altro, vogliono vendermi braccialetti, accendini e cose simili. Non è periodo, dico. Non posso buttare via i soldi in cazzate, mi spiace. Loro hanno voglia di parlare, però. Chiedono sempre quanti anni hai, hai un marito, hai figli. Sono fissati con i figli, gli africani. Se gli dici che sei sposata e non hai figli, vanno in paranoia, e cominciano a farsi mille domande. Per tagliare corto, dico che non posso avere figli. Ma come no, dicono loro. Sei giovane, puoi. Devi venire in Africa. In Senegal. Uno dei due, che si chiama Baba, dice che a chi non riesce ad avere figli, in Senegal viene fatto un rito speciale, se non ho capito male una sorta di bracciale con delle frasi del Corano o qualcosa del genere, che si chiama con un nome tipo maribu o melabu o un nome così che adesso non ricordo. Sorrido. Apro il portafoglio e gli mostro la collezione di santini e madonne italiani e sudamericani che porto sempre con me. Poi faccio un po' di domande anch'io, e scopro che sono musulmani: uno di loro ha due mogli, l'altro solo una. Per avere tante mogli bisogna avere tanti soldi, dice Baba. Già. Anche per avere tanti figli. A me ne basta uno. Non ho i soldi per comprare i tuoi accendini, ma credo che i soldi per mantenere un bambino li avrei. Forse devo venire in Africa. Forse. Forse il bambino è già lì che mi aspetta.

venerdì 3 agosto 2012

Due di cento.

Sono arrivate le prime due stoffine. Le ha portate Chiara, in dono da lei e sua mamma, insieme a qualche altro amuleto di cui vi parlerò nei prossimi post. Le stoffine sono i primi due riquadri che andranno a comporre la coperta patchwork che sto preparando per B4 e B5 e chi altro vorrà arrivare. Sarà una coperta gigante di circa 2,5 metri per 2,5 metri formata da cento riquadri di stoffine colorate donate da altrettante donne. Nel mio caso, da altrettante amiche. So che cento sembra un numero stratosferico, ma è anche un numero magico, e per me è una sorta di sfida. Significa parlare di un desiderio con cento amiche. Significa avere cento pensieri positivi. Ci sono molte persone a cui vorrei chiedere ancora, ma aspetto il momento giusto per farlo. Certo, mi sono data un termine: la fine dell'anno.
Le stoffine sono legate alla tradizione dei Bai Jia Bei, e per capire che cos'è vi rimando al blog di Nina, perché è lei che devo ringraziare per avermela fatta scoprire, anche se in realtà ci sono moltissimi siti che ne parlano. In verità devo ringraziare questa donna coraggiosa, spuntata nella rete come un bellissimo e coloratissimo fiore di campo inatteso, per molte altre cose, ma soprattutto per la gioia e la positività che mi trasmette con i suoi pensieri. So così tante cose di lei, che mi sembra una vera amica ormai, fatta di carne e ossa, una con cui si condivide un'avventura pazzesca, una di quelle che ti prendono per mano e sanno avere sempre le parole giuste al momento giusto, qualcuno di cui ti puoi fidare, insomma. Eppure so così poco di lei. Prima di partire per le vacanze, tra un paio di giorni, anch'io manderò la mia stoffina a Nina.